Arte e artigianato d'uso quotidiano

martedì 26 giugno 2012

Del Mantello e del Tabarro...


 Ci sono degli indumenti o degli accessori che sono passati di moda, relegati al ricordo di tempi passati o che, nelle giovani e meno giovani menti attuali, vengono definite “cose da vecchi”. Uno di questi indumenti è il mantello, comprendendo in tale accezione anche le sue differenti e splendide varianti, come il tabarro o la mantella soprabito. Questo mio scritto non vuole essere un elogio tout cour dell'indumento, quanto un tentativo di esprimere “ad alta voce” una serie di pensieri e considerazioni su un capo di abbigliamento così particolare che oggi sembra essere accettato sono in un contesto fumettistico e supereoistico; se Superman è normale considerarlo mantello-dotato, uno studente, in impiegato o una qualunque persona che decidesse di indossarlo nelle sue passeggiate cittadine, verrebbe additato come un “eccentrico”, nel migliore e più educato dei casi. A nulla vale far notare come molti degli indumenti oggi in voga siano oggettivamente meno di classe e/o ridicoli.
A ben pensarci il mantello ha subìto un destino paradossalmente più infausto di qualunque altro indumento; se ciclicamente a distanza di circa 20 anni, pantaloni a zampa di elefante, scarpe con la zeppa, giacche con spalline o pantaloni attillati sono sempre tornati in auge, lievemente modificati, interpretati o semplicemente svecchiati di una patina stantia del periodo in cui splendevano nelle vetrine e addosso ai modaioli dell'epoca, lo stesso non si può dire del mantello. Quali possano essere le motivazioni mi è difficile dirlo. Inizialmente ho pensato ad un concetto di “scomodità” e di “impegno” nel dover/poter indossare un indumento tanto “importante”, ma in un mondo, quello della moda, ove si vedono in continuazione oggetti e vestiti scomodi solo a guardarli figuriamoci ad indossarli, ho voluto accantonare l'ipotesi. Anche il considerare “importante” l'indumento in sé è stato abbandonato come idea, vista la brama delle persone al giorno d'oggi di sembrare importanti, che avrebbe dovuto portarli almeno a valutare, anche sommariamente, tale ipotesi. Allora ho rivolto la mia attenzione ai costi di produzione e alla grande quantità di impiego di materiale, soprattutto se parliamo di mantello a ruota intera (generalmente i mantelli si dividono in quarto di ruota, mezza ruota e ruota intera, ovvero un quarto di cerchio di stoffa, mezzo o cerchio intero), ma dopo aver considerato che molti sono disposti a spendere 3000 € o più per una borsa di plastica purché marchiata dallo stilista in voga al momento, ho desistito dall'approfondire, e poi esistono gli Outlet, paradisi per coloro che cercano marchi e modelli di lusso o meno che siano a prezzi stracciati. Sono cinicamente altresì convinto che basterebbe un semplice e piccolo incentivo da parte di un “vip” della moda e/o della spettacolo a poterlo portare nuovamente alla ribalta. Un calciatore, un cantante o un attore, specialmente se di “Hollywood”, potrebbe semplicemente cominciare ad indossare un mantello, tempo due settimane lo acquisterebbero se non tutti, in molti. Fino a che un giovane e famoso personaggio del jet set non si muoverà in tale direzione, ritengo che difficilmente ci potrà essere un interesse per un soprabito del genere. Fino ad allora verrà considerato un indumento d'altri tempi e per persone comunque di una certa età. Indossare mantello e passeggiare con un bastone da passeggio avendo meno di 60 anni viene considerato un atto se non oltraggioso, quantomeno singolare e degno di attenzione da parte di qualche esponente delle forze dell'ordine zelante che, personalmente successo, viene a chiedere lumi, nel timore che il bastone, non essendo necessario a coadiuvare la deambulazione, non potesse essere visto come accessorio di eleganza e di estetica, quanto come mezzo atto ad offendere, ovvero come arma. Adesso che, come descriveva Dante nella Divina Commedia, sono più o meno e relativamente alle aspettative di vita attuali, nel mezzo del cammin della mia vita, può darsi che la cosa verrebbe giustificata anche se, non agli occhi di tutti, temo. Io posso fare ipotesi più o meno valide, ma sicuramente totalmente soggettive e parziali; sarebbe interessante chiedere perché il mantello è stato così volutamente dimenticato ad esponenti considerati importanti nell'ambito della moda, a stilisti a giornalisti e appassionati di settore. Sicuramente c'è un mercato di nicchia se è vero che esitono aziende che continuano a produrli o se viene mantenuta una continuità nella realizzazione di mantelli in loden nella zona altoatesina italiana e tirolese austriaca, nelle sue varianti di stile, colore, forma. Una delle discriminanti che ci può comunque saltare all'occhio immediatamente è che proprio perché di nicchia, è un mercato rivolto sostanzialmente ad una categoria di persone che non solo devono essere abbastanza eccentriche da voler indossare un mantello od un tabarro ma anche abbastanza benestanti economicamente per potersi permettere certe spese. Si può quindi prevedere di tornare ad una neo epoca d'oro del mantello? E che incorpori tutte le fasce sociali, dal quelle meno abbienti a quelle ricche passando per il ceto medio basso, quello medio e quello medio alto e borghese? Sicuramente, ma la conditio sine qua non per la quale si possa intravedere una tale ipotesi è che il mantello torni in auge, non importa in che modo e per merito di chi. Qualcuno potrebbe obiettare che non torni in auge proprio perché sono poche le aziende che li producono e a prezzi troppo elevati per la cittadinanza comune. Io di ciò non ne sono affatto convinto, abbiamo sicuramente aziende che potrebbero mettere in produzione mantelli e tabarri anche a basso costo, con stile e materiali moderni, svecchiati dalla loro aura di “antico” o forse per meglio comprendere il concetto, dalla loro aura da “vecchio” o da “bisnonno”. Se non li producono evidentemente non hanno richiesta. Certo, la richiesta può essere forzata o comunque “indirizzata”, ma credo che per avere un impatto importante a livello di grande produzione debba, come accennato all'inizio, provenire da un “modello” da seguire, che sia una azienda, una casa di moda, da uno o più personaggi famosi.
Chi di noi comuni mortali deciderà o ha già deciso di indossare tale tipologia di abito, indifferentemente dalla foggia, dallo stile, dal colore o dall'occasione, sa di appartenere alla categoria delle persone sicure di sé o alla categoria degli eccentrici/egocentrici, di coloro che in un modo o nell'altro decidono di farsi notare e di porsi al centro dell'attenzione. Andare in giro per il centro con mantello, magari accompagnato da un bel cappello quando non anche da un raffinato bastone dal passeggio (mi raccomando senza “segreto” se non volete passare guai moto seri), significa sfidare le convenzioni comuni per cui l'originalità la si può dimostrare, paradossalmente, vestendosi alla moda, tutti uguali.


Devo dire che l'ìdea di un ritorno all'uso comune del mantello e del tabarro o della mantella soprabito non mi esalta, forse per una sorta di consapevolezza del far parte di una piccola e limitata categoria di persone, di un ristretto gruppo di
amanti del gusto retrò e dell'eleganza d'altri tempi. La curiosità di scoprire in quale modo si potrebbe evolvere sia nelle forme, che nei materiali che nel modo di indossarlo, ai tempi di oggi, coinvolgendo tutte le categorie di persone di tutte le estrazioni sociali ed economiche, però è tanta; forse però al momento, a causa della mia diversamente giovane età e di una piccola parte di egoismo nel voler proseguire nell'appartenere ad un piccolo gruppo di estimatori, mi piacerebbe che le cose rimanessero come sono: continuare ad essere considerato uno “strambo”.

Saluti

2 commenti:

I commenti sono soggetti a moderazione antispam. Saranno quindi pubblicati dopo verifica. Grazie