Non so voi, ma io mi ritrovo sempre più spesso a pensare che in giro ci
siano sempre meno persone gentili, cortesi, disponibili. Io cerco di
esserlo, nella vita reale come in quella virtuale, tramite blog, siti,
forum. Quando mi capita di ricevere gentilezze o cortesie sono sempre
prodigo di ringraziamenti, che mi sembrano il minimo, e rifletto su
quanto sia piacevole e faccia stare bene subire la cortesia gratuita di
uno sconosciuto - come un passante od un commesso o un impiegato in un
qualche ufficio - sia da conoscenti che da amici o parenti. Che questi
ultimi lo facciano per stima, fiducia, rispetto, cortesia nei confronti
di persone conosciute è un bene, poiché non è automatico comunque. Che
succeda con degli sconosciuti è ancora più rallegrante, poiché ci tende a
dimostrare che non tutti si comportano da cinici egoisti e/o
maleducati. In comune queste due categorie di persone gentili hanno il
fatto di relazionarsi fisicamente con l'oggetto delle loro cortesie. Per
questo quando mi capita di ricevere cortesie, segnali di fiducia e di
stima, rispetto ed amicizia, anche solo vedersi dedicare del tempo per
fare qualcosa o che so, per rispondere esaurientemente ad una domanda, o
per raccontare qualcosa...beh insomma, mantengo una sorta di fiducia
nel genere umano.
Per dirla più sinteticamente, se già certi atti o
parole sono lì a testimoniare cortesia, disponibilità, e quant'altro,
rispondere a tali parole o azioni con un grazie, manifestando di aver
compreso ed apprezzato tali parole e tali gesti, mi sembra il minimo
sindacale e a me risulta per fortuna ed evidentemente, educazione
impartitami, spontaneo.
Per quanto poi buona educazione e cortesia
siano "doveri" sociali, in un ambito in cui ancora ci si meraviglia
della gentilezza di un impiegato o di un commesso, in realtà dovremmo
anche renderci conto che si sono doveri sociali ma che la maggioranza
delle cortesie e delle gentilezze non sono "atti dovuti", ma
concessioni, fatte con spontaneità magari, ma pur sempre concessioni.
Per quello mi meraviglio sempre se a fronte della disponibilità delle
persone non c'è di contro la manifestazione di un ringraziamento palese e
di una comprensione tale da capire che il tempo è una risorsa preziosa,
la più preziosa forse, e che se ce ne viene dedicata una parte, si
dovrebbe (ma dovrebbe venire spontaneo, senza rifletterci sopra) esserne
grati e la gratitudine condividerla privatamente se l'atto è privato,
publicamente (e privatamente) se l'atto nasce pubblico.
Questa
riflessione nasce da un problema legato al pc (lungo da spiegare) che ha
portato, a momenti vari della giornata, a coinvolgere un amico che alla
fine è andato a dormire all'una e mezza stanotte pur di riuscire a
risolverlo. Dice che così adesso va a dormire tranquillo per due motivi:
perché io son contento di aver risolto e perché lui ha dimostrato a se
stesso il detto "un uomo non può sottomettersi ad un computer". A me,
essendo nata su un forum la richiesta, è venuto spontaneo ringraziarlo
pubblicamente per ciò che ha fatto, per il tempo speso e dedicatomi per
risolvere un MIO problema. L'ho ringraziato anche privatamente,
ovviamente e mi sono sentito bene. Gli offrirò da bere e da mangiare
quando ci rivedremo, siamo due ottime forchette...non avrò problemi ad
accontentarlo. Certo sarà una sorta di ricambio di favore, ma sarà anche
l'occasione per mangiare e bere in compagnia.
Mi sentivo di
esprimere "ad alta voce" questi miei pensieri notturni. Magari qualcuno
si ricorderà di non aver detto grazie a qualcuno e domani lo farà...e
anche se inconsapevole, potrò far finta che in parte sarà stato merito
mio. Lo dico perché mentre scrivevo queste righe e le rileggevo, mi sono
ritrovato a pensare se per caso avessi peccato di irriconoscenza, se
non avessi detto a qualcuno, grazie, grazie per la stima, grazie per la
disponibilità, per il tempo dedicatomi, grazie per il tal favore, per la
tal occasione o possibilità che mi hai dato. Non tanto con parenti e
amici, quanto con chi ho conosciuto di persona tramite il web o
addirittura con quelli che conosco solo virtualmente (purtroppo) ma che
meritano i migliori dei miei ringraziamenti proprio in virtù della
distanza e della "conoscenza a metà" che mi porta a riflettere che se
non è dovuta né scontata la cortesia di chi si conosce personalmente,
figuriamoci se può esserla quella di chi si conosce solo virtualmente.
Beh, è sufficiente, rischio altrimenti di confondermi e confondervi ancora di più.
E chi lo sa se qualcuno ha capito cosa ho voluto o avrei voluto dire
Saluti
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