Arte e artigianato d'uso quotidiano

lunedì 25 giugno 2012

Della riconoscenza ...e perché no, della cortesia.

Non so voi, ma io mi ritrovo sempre più spesso a pensare che in giro ci siano sempre meno persone gentili, cortesi, disponibili. Io cerco di esserlo, nella vita reale come in quella virtuale, tramite blog, siti, forum. Quando mi capita di ricevere gentilezze o cortesie sono sempre prodigo di ringraziamenti, che mi sembrano il minimo, e rifletto su quanto sia piacevole e faccia stare bene subire la cortesia gratuita di uno sconosciuto - come un passante od un commesso o un impiegato in un qualche ufficio - sia da conoscenti che da amici o parenti. Che questi ultimi lo facciano per stima, fiducia, rispetto, cortesia nei confronti di persone conosciute è un bene, poiché non è automatico comunque. Che succeda con degli sconosciuti è ancora più rallegrante, poiché ci tende a dimostrare che non tutti si comportano da cinici egoisti e/o maleducati. In comune queste due categorie di persone gentili hanno il fatto di relazionarsi fisicamente con l'oggetto delle loro cortesie. Per questo quando mi capita di ricevere cortesie, segnali di fiducia e di stima, rispetto ed amicizia, anche solo vedersi dedicare del tempo per fare qualcosa o che so, per rispondere esaurientemente ad una domanda, o per raccontare qualcosa...beh insomma, mantengo una sorta di fiducia nel genere umano.
Per dirla più sinteticamente, se già certi atti o parole sono lì a testimoniare cortesia, disponibilità, e quant'altro, rispondere a tali parole o azioni con un grazie, manifestando di aver compreso ed apprezzato tali parole e tali gesti, mi sembra il minimo sindacale e a me risulta per fortuna ed evidentemente, educazione impartitami, spontaneo.
Per quanto poi buona educazione e cortesia siano "doveri" sociali, in un ambito in cui ancora ci si meraviglia della gentilezza di un impiegato o di un commesso, in realtà dovremmo anche renderci conto che si sono doveri sociali ma che la maggioranza delle cortesie e delle gentilezze non sono "atti dovuti", ma concessioni, fatte con spontaneità magari, ma pur sempre concessioni. Per quello mi meraviglio sempre se a fronte della disponibilità delle persone non c'è di contro la manifestazione di un ringraziamento palese e di una comprensione tale da capire che il tempo è una risorsa preziosa, la più preziosa forse, e che se ce ne viene dedicata una parte, si dovrebbe (ma dovrebbe venire spontaneo, senza rifletterci sopra) esserne grati e la gratitudine condividerla privatamente se l'atto è privato, publicamente (e privatamente) se l'atto nasce pubblico.
Questa riflessione nasce da un problema legato al pc (lungo da spiegare) che ha portato, a momenti vari della giornata, a coinvolgere un amico che alla fine è andato a dormire all'una e mezza stanotte pur di riuscire a risolverlo. Dice che così adesso va a dormire tranquillo per due motivi: perché io son contento di aver risolto e perché lui ha dimostrato a se stesso il detto "un uomo non può sottomettersi ad un computer". A me, essendo nata su un forum la richiesta, è venuto spontaneo ringraziarlo pubblicamente per ciò che ha fatto, per il tempo speso e dedicatomi per risolvere un MIO problema. L'ho ringraziato anche privatamente, ovviamente e mi sono sentito bene. Gli offrirò da bere e da mangiare quando ci rivedremo, siamo due ottime forchette...non avrò problemi ad accontentarlo. Certo sarà una sorta di ricambio di favore, ma sarà anche l'occasione per mangiare e bere in compagnia.

Mi sentivo di esprimere "ad alta voce" questi miei pensieri notturni. Magari qualcuno si ricorderà di non aver detto grazie a qualcuno e domani lo farà...e anche se inconsapevole, potrò far finta che in parte sarà stato merito mio. Lo dico perché mentre scrivevo queste righe e le rileggevo, mi sono ritrovato a pensare se per caso avessi peccato di irriconoscenza, se non avessi detto a qualcuno, grazie, grazie per la stima, grazie per la disponibilità, per il tempo dedicatomi, grazie per il tal favore, per la tal occasione o possibilità che mi hai dato. Non tanto con parenti e amici, quanto con chi ho conosciuto di persona tramite il web o addirittura con quelli che conosco solo virtualmente (purtroppo) ma che meritano i migliori dei miei ringraziamenti proprio in virtù della distanza e della "conoscenza a metà" che mi porta a riflettere che se non è dovuta né scontata la cortesia di chi si conosce personalmente, figuriamoci se può esserla quella di chi si conosce solo virtualmente.

Beh, è sufficiente, rischio altrimenti di confondermi e confondervi ancora di più.
E chi lo sa se qualcuno ha capito cosa ho voluto o avrei voluto dire :)

Saluti

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